Di - Pensavo fossi me ma mi han detto potrei non esserlo (Utente Google)
Le tecniche di persuasione secondo me diventano infallibili quando si fondando sulla trasmissione delle informazioni non da un centro alle dirette periferie, ma da una cellula sociale ai suoi figli. Cioè se i capi di una religione (o di qualsiasi forma di aggregazione) devono persuadere direttamente il potenziale convertito, è più difficile che ottengano il risultato. Ci si riesce nella maggior parte dei casi perché si approfitta della debolezza mentale del potenziale neofita. Magari è proprio quest’ultimo che va a bussare alla porta della congrega, in cerca di un miglioramento delle sue condizioni.
Se invece il capo della religione può contare sulla figura del trasmettitore (genitore, insegnante, ecc.), il quale informa il figlio o l’allievo che la congrega di cui fanno parte sia la fonte della verità, allora la persuasione diventa semplicissima. I figli si fidano dei genitori e danno per scontato che tutto ciò di cui sono informati sia palesemente vero.
Ecco perché tutte le religioni segnano dei riti da eseguire fin dalla primissima infanzia.
Pensiamo a come certe religioni sono state brave a stravolgere le credenze di intere etnie. I popoli nativi d’America oggi hanno rinnegato gli “elohim” che si occupavano dei loro antenati, mentre adesso venerano “gente” che non ha avuto a che fare direttamente con quei territori. È bastato costringere le prime generazioni (non più di 3 o 4), e poi tutte le generazioni successive invece si sono trasmesse le nuove idee da genitori a figlio. Lo stesso discorso in realtà vale anche per gli europei.
