Pagine

Eterneverita.com

ETERNEVERITA.COM VIENI A TROVARCI SUL NUOVO SITO!
CLICCA QUI

LA VOCE DEI NOSTRI AMICI

QUI DI SEGUITO I PENSIERI, I COMMENTI E LA VOCE DEI LIBERI PENSATORI DEL COMMUNITY PROJECT

sabato 23 aprile 2016

Storia, Miti e Leggende: L'antico Egitto e i suoi segreti...

Articolo scritto da 



Vi riporto indietro nel tempo per chi ne sarà interessato, un tempo lontano... meravigliosamente lontano…

Egitto: Erodoto ci dice, che visitò il Paese nel 450 a.C., ebbe ad esternare queste parole:
" Esistono in Egitto meraviglie che non si trovano in nessun altro luogo"

Prima delle dinastie universalmente riconosciute, l'Egitto era governato da esseri semidivini, in una imprecisata 'Età dell'Oro', ma chi erano realmente costoro? Degli esseri venuti da un altro sistema solare?
Erodoto nei suoi racconti riporta il calcolo degli anni che rappresentano tutte queste generazioni, ossia 11340 (anche se in realtà il suo calcolo è sbagliato, gli anni sono 11366); l’autore parte infatti dal presupposto che una generazione corrisponda a 33 anni ca.
Naturalmente questo periodo di tempo non corrisponde assolutamente a quello passato dal faraone Menes (3100 AC) a Sennacherib, ma poi ho pensato che quando i sacerdoti parlavano del “primo re” non si riferissero a Menes (considerato il primo re “umano”) bensì al primo re di origine divina.

Vi sono infatti molti documenti egizi (ad esempio il Papiro di Torino del 1400 AC nella città in cui vivo) che ci descrivono una lunga serie di sovrani divini e semidivini che precedono la venuta di Menes, coprendo spazi di tempo smisurati.
Lo stesso Erodoto seppe dagli egizi che dall’epoca del dio Osiride al regno del faraone Amasi (VI sec AC) erano trascorsi ben 15000 anni. E’ probabile che il “primo re divino” sia il dio Horus, in quanto fu tramite questa divinità che l’Egitto poté essere unificato nell’età degli dei, come similmente venne riunificato da Menes molto tempo dopo e naturalmente queste informazioni sull’antichità dell’Egitto non sono state assolutamente prese in considerazione dagli archeologi in quanto ritengono che la civiltà egizia non risalga ad un periodo antecedente al IV millennio AC.

Gli egittologi hanno potuto ricostruire la storia Egizia, a partire da un dato momento storico, grazie a liste di sovrani che sono contenute in diversi documenti (la Pietra di Palermo, il Canone di Torino, ad esempio), e da incisioni sulle pareti dei Templi, le cui Biblioteche erano piene di Testi e documenti preziosi. Unendo i frammenti di liste stilate nelle varie epoche, con i ritrovamenti archeologici, gli egittologi hanno ricostruito una mappa dinastica dell'impero egizio.

Il sacerdote Manetone, che visse all'incirca nel 300 a.C. quando la civiltà Egizia volgeva verso al suo termine compilò una storia completa dell'Egitto antico, basandosi su quanto si trovava nei Templi stessi. Purtroppo tale documento è giunto a noi mutilo e non nella sua forma originaria. ( per nasconderne la verità? Si! ).

Esso raggruppa i sovrani Egizi in trenta dinastie distinte e consequenziali, separate dai periodi 'intermedi', e termina con la data del 332 a.C., quando Alessandro Magno lo conquistò (mancano i sovrani seguenti ovviamente, che furono i Tolomei.
Le gloriose dinastie egizie si conclusero nel 30 a.C. con la conquista dell'Egitto da parte dei Romani).
I documenti che ho menzionato narrano tutti anche di un periodo antecedente all'elenco dei re "storici", riportando informazioni relative ad un periodo nel quale avrebbero governato i semidei e poi figure chiamate 'Seguaci (o discendenti della razza scesa dal cielo) di Horus', forse re predinastici che si erano distinti in modo tale da assumere caratteristiche, per il popolo, non umane (divine, appunto). Ci sarebbe un computo totale di migliaia di anni, prima di Menes, il primo Re della lista di Abydos.

Nel tempio costruito dal faraone Sethi I (XIXdinastia), si ha un prezioso documento eternato su una delle pareti del tempio, in cui si vede il faraone che mostra al figlio giovinetto Ramsete II i 76 cartigli dei re che avevano governato l'Egitto fino a quel momento (ne sono esclusi sia la Regina-faraone Hatshepsut che i faraoni del periodo amarniano).Il primo di questi cartigli si riferisce ad un nome di re, MENE (o Menes, che taluni identificano con NARMER) che regnò all'incirca nel 3100 a.C.; secondo Manetone, fondò una dinastia e regnò per circa 60 anni, ricevendo la stima del popolo, fino a che un ippopotamo lo portò via. Il mito si riferisce: ‘’ Di un ippopotamo che uccide il padre e violenta la madre’’ mito e storia si intrecciano nella nebbia del tempo...
Da dove ebbe veramente origine la civiltà Egizia? Forse, non sul Nilo…

CONCLUSIONE
Nella numerologia sacra degli antichi egizi aveva un’importanza molto rilevante il numero 11, e conseguentemente, anche i suoi multipli. E’ infatti noto che gli egizi attribuivano sempre l’età di 110 anni agli uomini che vivevano abbastanza da divenire saggi, al di là della loro età effettiva. Vi sono molti esempi di questo tipo di persone; la più famosa è Djedi, il sapiente mago convocato secondo la leggenda dal faraone Cheope per conoscere il numero segreto delle stanze del santuario di Thoth.
Inoltre è stata anche ritrovata una mummia risalente alla XVIII dinastia appartenente a Yuya, il capo delle armate su cocchio del faraone Amenothep III, che potrebbe corrispondere molto probabilmente al patriarca Giuseppe dell’Antico Testamento.

Ebbene, nella Bibbia si narra che Giuseppe morì all’età di 110 anni, ed è stato osservato che la sua tomba nella Valle dei Re contiene 11 versioni del suo nome inscritte nel Libro dei morti. E’ noto infatti, sia da fonti egizie, sia dall’Antico Testamento, che quest’uomo era dotato di una grande intelligenza e di una grande sapienza.
Ma qual è il motivo per cui il numero 11 per gli antichi egizi era simbolo di saggezza?
Gli studiosi R. Bauval e Graham Hancock nell’analisi del rapporto tra la costellazione di Orione e le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino,hanno scoperto che la “cintura”di questa costellazione e le tre piramidi si trovavano nella stessa esatta disposizione solamente nel 10500 AC. Se volessimo ricollegare idealmente questa mitica età degli dei al 2500 AC , i cui furono realizzate le tre piramidi, avremmo bisogno del numero 72 (gli anni in cui il sole attraversa un grado dell’eclittica nel moto precessionale) moltiplicato per il numero chiave 111,111; quest’operazione ci fornisce infatti il numero 7999,99, ossia gli anni che dividono il 10500 dal 2500 AC. Possiamo quindi concludere che l’analogia che c’era tra il numero 11 e la saggezza si ricollega al mito secondo cui l’Egitto nell’epoca remota del XI millennio AC fu governato da una stirpe di sovrani “divini” che trasmisero la loro sapienza e le loro conoscenze al popolo del Nilo, conoscenze tramandate di generazione in generazione da una casta sacerdotale molto potente.

Tutte queste nozioni di cui gli antichi egizi erano in possesso sono la prova che la nascita della civiltà è molto più antica di quanto pensiamo?
E chi erano realmente quegli “dei” che secondo gli egizi sarebbero giunti in Egitto da occidente? E’ probabile che fossero gli stessi uomini decritti da Platone nel Timeo e Crizia che scamparono alla distruzione di Atlantide? Se osserviamo attentamente la data di questa catastrofe è molto vicina al 10500 AC, che come abbiamo visto ricorre spesso nella mitologia egizia.
A voi le riflessioni…


Gianfranco Gargivolo