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giovedì 6 ottobre 2016

ANTICO NON SIGNIFICA PER CERTO VERO

Di  - Nasetti Stefano (Utente Google)

Fara, dal mio punto di vista è sbagliato pensare che il mondo sia o solo bianco o solo nero. Almeno io non vivo di assoluti, il dubbio è qualcosa che mi accompagna nella quotidianità.

I testi antichi non sono (almeno questo è ciò che penso io) tutte bugie. Penso che contengano dei fatti reali, forse un po' confusi (perchè non vissuti direttamente ma frutto probabilmente di conoscenze impartite da altri, ritengo non certo da Dio, ma questo è solo il mio pensiero) e/o travisati (e qui parlo forse di tempi successivi, quando forse si era persa la diretta interazione con questi esseri e, approfittando di questo fatto, qualcuno li ha attribuiti al divino creando le religioni monoteiste). Per le religioni politeiste ritengo che la distorzione e la manipolazione del passato sia avvenuta in modo minore.

La necessità di ricondurre tutto ad un solo Dio, ha certamente comportato un maggiore stravolgimento e mistificazione delle cose (ciò è evidente nella Bibbia dove singolari e plurali o l'utilizzo di parole diverse per indicare lo stesso soggetto (DIO), e i comportamenti contrastanti di alcuni protagonisti, evidenziano chiaramente, non solo che questo lavoro è stato fatto, ma anche che non è stato neanche fatto bene, perchè ci hanno messo forse mano in troppi nel corso dei secoli.


Antico non significa per certo vero su questo sono assolutamente d'accordo con te. Infatti, non fidandomi di ciò, il mio lavoro di ricerca si è fondato e si fonda tutt'ora, sul trovare dei riscontri scientifici  tangibili attraverso la scienza moderna (sebbene io sappia che anch'essa segue a volte logiche totalmente differrenti dal progresso scientifico nell'interesse dell'umanità).
Quindi la cautela è per me essenziale, sempre!
Non ho fretta di trovare un’altra verità o idea da abbracciare in toto. A me interessa solo la verità assoluta, anche se  probabilmente non arriverò mai a conoscerla. Consapevole di questo cerco di valutare ogni cosa in modo oggettivo per poi cercare di farmi un quadro generale.

Personalmente come dice anche Giuseppe, ritengo che dobbiamo andare avanti e non fermarci ai soli testi antichi, perchè noi viviamo l'oggi e non ieri. Conoscere il passato è essenziale ma non basta solo questo. Potremmo stare anni a fare l'esegesi della Bibbia, di quella cristiana piuttosto che di quella ebraica o di qualunque altra versione. Preso atto che c'è un inganno e una volta che siamo certi di questo, bisogna andare oltre.

E' importante capire anche il mondo moderno, facendo tesoro di ciò che oggi fortunatamente riusciamo a capire  meglio riguardo agli accadimenti passati e all'inganno perpretrato ai danni di miliardi di persone per secoli. Ciò nonostante forse ti sorprenderà sapere che non ritengo tuttavia le religioni totalmente negative, proprio in ossequio al pensiero che ti ho detto all'inizio. Ritengo che le religioni abbiano svolto una qualche funzione anche sociale positiva. Per farti capire meglio la mia posizione, dovrei però spiegare anche un altro aspetto o dato di natura scientifica che riguarda studi sociologici fatti sulle persone qualche anno fa. Avrò modo magari di spiegarlo in trasmissione la prossima settimana.

Nel mio percorso di consapevolezza ho imparato una cosa, che il cambiamento o il "risveglio" come lo definiscono in molti, non può essere imposto. Ognuno ha i suoi tempi di metabolizzazione. C'è chi ci mette di più e chi ci mette di meno, c'è chi alla fine si arrenderà all'evidenza e accetterà le nuove visioni del mondo che si originano dalle più corrette interpretazioni di cui oggi disponiamo, e chi invece le rifiuterà e non cambierà.

Comprendo il tuo sfogo e la tua frustrazione, che a volte è anche la mia. Dobbiamo però accettare che altri non riescano a vedere ciò che in vece oggi riusciamo a vedere noi. Non dobbiamo sentirci frustrati per questo ma ritenerci fortunati di non essere ancora assuefatti nel torpore della bugia. C'è chi è informato ma non è consapevole, c'è chi è entrambe le cose ma ciò comunque non basta per definirsi liberi pensatori. E' necessario un altro "ingrediente" forse il più faticoso di tutti che è la presenza. Bisogna essere lucidi e sempre PRESENTI e questo è, almeno per me la fatica più grossa. In un mondo in cui ovunque ti giri vedi persone con la testa sul cuscino, sei continuamente invogliato a farti un pisolino anche tu di tanto in tanto, però sai che non puoi. Sai che se ti addormenti un attimo potresti non risvegliarti.



Questa sensazione di eterna allerta, può però essere mitigata allenandoci sempre a mantenere la calma, ad ascoltare prima di riflettere, a riflettere prima di parlare, sempre senza fretta e sempre con la consapevolezza che nessuno è onniscente e che quello che abbiamo imparato ieri e pensiamo sia corretto oggi potrebbe invece non esserlo. Dobbiamo accettare e contemplare la possibilità di un nostro errore e di un errore negli altri. Se non facciamo questo le strade sono due: o finiamo per ricadere in un altro inganno, oppure rischiamo di avere lo stesso atteggiamento chiuso e ottuso che hanno coloro che si rifiutano anche solo di ascoltare delle possibilità diverse da quelle tradizionali e preconfezionate.


Perdonami, chiedo scusa a te e a  tutti coloro che ancora non mi conoscono. Io putroppo ho un grande difetto, che è quello di dilungarmi troppo per essere certo di non essere frainteso, la sintesi dunque NON è un mio dono. Quando ho letto il tuo commento inizialmente me lo ero appuntato e avevo deciso di risponderti in trasmissione, poi però lo stato di frustrazione che ho percepito, mi ha spinto a farlo subito. Spero di averti fornito un diverso punto di vista su cui riflettere sulla questione.