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mercoledì 28 settembre 2016

LA TORRE DI BABELE E LA CONFUSIONE LINGUISTICA

Di  - Pensavo fossi me ma mi han detto potrei non esserlo (Utente Google)

Dio oggi ha cambiato idea sulle torri, infatti in molte città del mondo ci sono grattacieli che sicuramente sono il doppio o il triplo di quanto doveva essere la torre di Babele.

In realtà chissà a che scopo doveva servire quella torre. Forse le torri erano fatte costruire per mantenere a distanza i selvaggi umani, i quali potevano andare a guastare i mezzi di trasporto in sosta in questi altopiani artificiali? Magari la torre che loro stavano costruendo, emulando i capi, andava a intralciare il tragitto dei mezzi di trasporto "divini".

Da notare che nella Bibbia Dio non c'è mai quando l'uomo comincia il presunto danno. Se Dio è onnipresente, onnisciente e onnipotente, non si capisce perché tutte le volte lascia che prima l'uomo commetta il fatto e solo dopo lo va a punire. Anche in questo caso, la torre mica si costruisce da un giorno all'altro! Per mesi e mesi Dio non si è fatto vivo, ha lasciato che la torre diventasse sempre più alta col sudore di quegli uomini, poi ad un certo punto è andato a distruggere la loro opera. Questa è cattiveria! Ma non poteva "scendere" non appena gli uomini avevano i primi mattoni tra le mani?

Anch'io sapevo che Bab-il significasse "la porta di Dio" (tralasciando il valore da attribuire a "Dio"). Ancora oggi in lingue semitiche come l'arabo "bab" vuol dire "porta" e "ilah" vuol dire "Dio".

Riguardo alla vicenda della confusione linguistica. La punizione non sembra produttiva per l'umanità. Se una madre vuol far capire al figlio che non si dicono le bugie, per punirlo non lo fa vivere in un luogo dove nessuno può capirlo, anche perché in quel contesto potrebbe comunque continuare a mentire. Anche nel caso dell'episodio della torre, Dio era terrorizzato dal fatto che gli uomini si fossero coalizzati e fossero un solo popolo (o per lo meno quegli uomini di quel preciso ambiente). Tutte le religioni di oggi vanno proprio alla ricerca dell'unità, spesso estremizzando attraverso la costrizione alla soppressione delle differenze culturali. A leggere la Bibbia invece si direbbe che Dio ritiene la diversificazione una cosa buona e giusta. Il fatto è veramente delicato e ci sarebbe da discutere su un sacco di conseguenze. Nel momento in cui si crea una divisione, col tempo maturano gli orgogli di appartenenza alla propria comunità, e a quel punto è necessario rispettare quella diversificazione. Se pensiamo all'omologazione italiana, ci rendiamo conto che per creare unità è stato necessario reprimere tutte le diversità locali (culturali, storiche, linguistiche, ecc). Se tra 20 anni dovessimo parlati tutti solo in inglese, ci sarebbe una repressione a sua volta della tradizione linguistico-culturale italiana. Ne deriverebbe che gli italiani sentirebbero di essere inferiori agli anglofoni, in quanto sarebbe la loro la cultura prescelta da diffondere agli altri.


Se si parte da un'unità, come la Bibbia racconta, dopo una divisione non si può più tornare indietro, se non a scapito del sentimento di estirpazione dell'identità, sentimento che resta inconscio e trasmesso di generazione in generazione. La storia della nostra penisola è molto eloquente da questo punto di vista, essendo stata sempre un fermento di sentimenti iper-etnonazionalistici (non italiani ma toscani, veneti, sardi, liguri, ecc). È un discorso molto complesso questo, me ne rendo conto.

Esistono ancora oggi dei movimenti che sostengono plausibile il reale verificarsi della confusione linguistica indotta da Dio a Babele. Per sostenerlo, rapportano una qualsiasi lingua all'ebraico, ritenendo quest'ultimo l'idioma più vicino a quello parlato dagli uomini di Babele, prima della confusione.

Alla radice della parola "פרפ" (le lettere si leggono P-R-P, ma la P può anche leggersi F, e la R in molte lingue è interscambiabile con L) fanno derivare per esempio l'italiano FaRfaLLa, il malese PePeuL, il filippino PaRuPaRo, il nuhatl PaPaLotl, il masai osamPuRumPuRi, ecc. Oppure l'ebraico Tsipoar (uccello) viene collegato all'inglese sparrow. Dall'ebraico kelev, che vuol dire cane, vengono fatti derivare parole affini ai canidi, per esempio le volpi e i lupi, seguendo a volte un processo di precisa inversione dei suoni. Così alla radice K-L-B fuori dal Medio Oriente corrisponderebbe la radice B(o V)-L(o R)-K. Infatti "volpe" si dice a quanto pare ViLK in bulgaro, VehRKa in avestico, VaRG in svedese, ecc, o ancora in singalese BahLLaaH vuol dire cane. Mentre in greco avremmo LyKos (con inversione e caduta della labiale).

Si noterebbe un'inversione rispetto all'ebraico anche nella parola latina "terra" che corrisponderebbe all'ebraico aretz (letta al contrario), da rapportare all'inglese earth, che invece ha mantenuto la direzione originaria.
Simile discorso per la radice ebraica D-R-K, in ebraico vuol dire "direzione", e da qui nascerebbero tutte le parole che nelle varie lingue hanno a che fare con via, strada, viaggio, sentiero, pista, corso, modo. Per esempio in basco "via" si
direbbe LiKa, in coreano RoKhe, in curdo KoLan (con inversione), in finlandese ToLa (con caduta della K), in francese RouTe (con inversione e caduta della k). In italiano abbiamo DRitto (in latino c'era la K, infatti si passa da CT a TT), oppure "CoRRiDoio" (con inversione da D-R-K a K-R-D), in vietnamita DuonG (con caduta di R).

Nel brano che hai letto, per esempio, in ebraico c'è scritto "ויהי כל הארץ שפה אחת ודברים אחדים", che si legge qualcosa come "ve ihi KOL ha ARETZ SAFAH ECHAT ve DVARim", in inglese questa frase diventa "and the WHOLE EARTH was of EACH SPEECH and WORDs", In tutte le parole chiavi si ritroverebbe il preciso corrispettivo ebraico sia nella somiglianza dei suoni che nel significato: KoL/wHoLe, aReTz/eaRTh (al contrario), SaFaH/SPeeCH, eCHat/eaCH, DVaR/WoRD (al contrario).

Io penso che l'idea di un'antichissima lingua comune possa essere reale, ma personalmente la posizione ebreocentrica non mi convince. C'è chi specifica che l'originale lingua non sarebbe l'ebraico ma l'antecedente, ovvero una lingua in ogni caso molto simile. Non mi convince nemmeno questa posizione che resta comunque semitocentrica. Oggi noi sappiamo con certezza che le culture semite sono sviluppi posteriori a culture non semite esistenti in precedenza.
Qualcuno ha sostenuto che Dio avrebbe causato a Babele dei traumi cerebrali al punto che alcuni uomini hanno cominciato ad avere gravi disturbi, tra cui quelli del linguaggio, fino addirittura a parlare al contrario. Poi ogni variante linguistica nata si è ulteriormente modificata nel tempo e nello spazio, fino a perdersi ogni traccia di similarità rispetto alla lingua di partenza.

Come Dio avrebbe causato questi traumi cerebrali? Utilizzando armi particolari o la sua onnipotenza della quale sembra ricordarsi solo quand'è il momento di punire? È tutto un punto interrogativo. Certo è che in ogni caso non dà certo l'impressione di una figura positiva.