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mercoledì 31 agosto 2016

SISTEMA DI CONTROLLO GLOBALE

Di  - Pensavo fossi me ma mi han detto potrei non esserlo (Utente Google)

Già nell'età antica si pensava all'Europa unita, anzi al mondo unito. Ovviamente non perché i popoli si sentissero parte di un tutt'uno, purtroppo, i motivi sono sempre stati legati alle pretese di supremazia di un sovrano (o un gruppo di pochi eletti) sul più grande territorio possibile. Se si fosse stati interessati semplicemente a un progetto di europa unita per il bene dei popoli, ci sarebbe già stata la sua realizzazione fin dal tempo dei romani.


Il problema che sorge è: chi ne trae vantaggio e chi ci rimette? Chi deve comandare? Perché devono comandare loro e non noi? I cosiddetti stati nazionali sono compromessi a quel sistema di controllo. Gli spagnoli, i francesi, gli italiani sono stati grossomodo costruiti attraverso programmi di omologazione e riprogrammazione dell'identità. Le nazioni di oggi non sono come le nazioni che per esempio leggiamo nella Bibbia o in altri testi antichi. Quelle nazioni erano etno-nazioni, tutti gli individui potevano con quasi assoluta certezza dire di discendere dallo stesso antenato.


Da questo poi è nato il culto degli antenati. All'inizio quindi non era un culto religioso così come noi oggi intendiamo "culto" secondo le accezioni contemporanee, ma era un orgoglio più concreto verso la propria famiglia. Quando sono nate le religioni, il culto degli antenati è stato classificato vedendo il fenomeno con gli occhi della religione attuale. Molto spesso capita di sentire che gli archeologi abbiano trovato statuette di divinità di popoli antichi. La nostra formazione culturale quasi ci impone di vedere in quella gente dell'antico passato lo stesso tipo di organizzazione e l'adozione del nostro stesso punto di vista della realtà.


Magari invece la persona che ha realizzato la statuetta ha semplicemente dato forma a sua nonna, oppure alla moglie del sovrano (magari un'anunna) o del capotribù. Appena vedono una statuetta, subito ci dicono che è la manifestazione palese di un sentimento religioso di quei popoli. Quindi ci viene spiegato che quelle persone simbolizzavano il trascendentale. A quei tempi, chi praticava il "culto" allo stesso antenato era una tribù. Una nazione non era altro che un'enorme tribù. Essere francese, spagnolo, italiano invece è soprattutto una questione culturale convenzionale, ma culturale per induzione omologante.


Ecco perché nelle "nazioni" odierne ci sono ancora tante spinte secessioniste o autonomiste. Nelle etno-nazioni invece succedeva il contrario: quando c'erano separazioni interne, ognuna delle due diverse separazioni si autoproclamava legittima discendente dello stesso antenato. Tradizionalmente, per esempio, arabi ed ebrei si dicono discendenti da Abramo, i primi attraverso Ismaele e i secondi attraverso Isacco. Nessuna delle due fazioni direbbe "voi siete più discendenti di Abramo di noi, quindi noi vogliamo tirarci fuori". In Europa, nel momento in cui le forze unenti hanno cominciato a indebolirsi temporaneamente, nel continente sono nati una miriade di stati. Nell'Italia settentrionale c'è stata poi una vera e propria iperframmentazione.


Paradossalmente proprio nel luogo dove aveva avuto inizio il processo di omologazione attraverso l'impero romano. La storia è un continuo tentativo di unione e la successiva frammentazione. La massoneria per esempio nella penisola italiana ha unito, nel Medio Oriente ha diviso, portando alla nascita della Turchia e degli altri stati che facevano parte dell'ex impero ottomano. Per questo io penso che per chi sta sui piani alti non è importante di per sé l'unione, il problema è chi deve stare a capo dell'entità territoriale unita. È un'infinita guerra di potere tra fazioni dello stesso "organo di controllo".